venerdì 14 ottobre 2011

ONDE

riprendo il mio posto
 dopo una vacanza inaspettatamente lunga
ed una commisurata pausa di compensazione.

dice,
chissà quante nuove idee
quanta voglia di tornare a cazzeggiare podalicamente parlando.

e invece mi rendo conto che non funziono così.
se il paragone non fosse così tanto forzato
userei l'immagine del surfista
che cavalca la sua onda
e più l'onda è alta
più dura il momento
rinnovato continuamente da una contagiosa reazione a catena.
se il mare si ferma
solo i primi istanti sono di sollievo.
più l'onda latita
e meno si ha voglia di aspettarla.
cresce anzi un po' di ansia
al pensiero di vederla spuntare all'orizzonte.
quasi si preferirebbe rimanere lì,
nelle acque tranquille
a sguazzare come un paperotto.

la cura, si sa, è soltanto una.
ammazzare il paperotto
e piantarsi là fino a che un muro d'acqua di cinque metri
non spazzi via ogni infondata titubanza.

così farò,
dopo aver capito cosa ho scritto.

nel frattempo
chiedo qualche consiglio ai miei colleghi.

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