giovedì 31 dicembre 2009

MAGNIFYING GLASS - Brad Pitt

come il minatore,
nero di fuliggine,
scava senza sosta in cerca della vena d'oro,
così il feet-lover,
infaticabile,
scandaglia la rete
in cerca di immagini rare,
di statistiche preziose.

quale occasione migliore
se non la fine di questo anno nefasto
per chiudere col botto?

per la rubrica

lui è un po' l'equivalente di Paul Newman ai tempi di mia madre.
una bellezza ineluttabile,
spiazzante,
angelicamente virile,
solo di recente contaminata da qualche inflitrazione siliconica di troppo.
ha ormai perso lo scettro di sex symbol.
quello, si sa, passa di mano in mano di anno in anno,
ma Brad Pitt
per chi se lo ricorda cowboy a sedere di fuori in Thelma&Louise
o rasato in Fight Club
o accecantemente biondo in Meet Joe Black
rimane
senza esitazioni
uno strafigo!

un strafigo per niente feet-friendly,
ahimé!
in tutti i film che ha fatto,
in tutti i servizi per cui ha posato,
sono rarissime le occasioni in cui si è concesso a piedi nudi!
e cosa c'è di meglio della privazione
per attizzare il desiderio?

solo alcuni scatti,
presi da poco più che adolescente,
sono visti e stravisti.

per foruna il segno del pettorale
bilancia il sorriso ammiccante e un po' femmineo,
ma i piedi già si dimostrano all'altezza delle aspettative,
con una caviglia sottile e una pianta ben formata

il tallone leggermente screpolato,
che generalmente segna una nota di demerito,
in questo caso fa maschio, sportivo e un po' rude,
neutralizza l'eccesso di lucida labbra
e alza
il punteggio!

altra foto conosciuta
ma pur sempre evocativa
è quella rupestre, con fascia bianca!

le dita allungate e nodose
caratterizzano un piede magro più che virile.
l'alluce è un po' debole
l'unghia un po' infossata,
ma la posizione accosciata non aiuta.

già nel secondo scatto con fascia,
ma primo in fatto di rarità,
la resa cambia notevolmente


ben poca cosa fin qui
per apprezzare a pieno il talento del personaggio.
poi succede che,
all'improvviso,
il povero Brad
viene bendato e portato in uno smorzo,
epurato delle scarpe
e immortalato in numerosi scatti,
che costituiscono ad oggi
il patrimonio più importante per i feet-lovers di tutto il mondo!

alcuni sono solo di riscaldamento:



altri mostrano poco
ma il poco che mostrano vale più di mille dettagli:



alcuni contribuiscono a confermare
le qualità del salopettato Brad:


altri ne suggellano
la grandezza:



non sorprende che
dopo questa full-immersion di barefoot-pics
il fertile Brad abbia giurato di non farsi più statisticare a piedi nudi!
ai giorni nostri
il meglio che si riesce a trovare
è niente di più che una mocassa scamosciata



l'anno vecchio sta per levarsi dai maroni.
è tempo di pensare al futuro.
è tempo di buoni propositi.
uno dei buoni propositi più importanti per il 2010
sarà quello di capire
da quale film provengano
questi fermi immagine

 
sarà un anno di dura ricerca
per il feet-lover.
BUON 2010!

mercoledì 30 dicembre 2009

FEET IN TRANSLATION - Il mio nuovo vicino - seconda parte

per la rubrica


Paul detta le regole!


Il mio nuovo vicino

seconda parte


Seguii il mio padrone nel salotto di casa mia. Quando si fermò, io mi inginocchiai immediatamente.

“Ok, prima di tutto”, cominciò Paul, “gli schiavi hanno il privilegio di indossare abiti solo quando sono in pubblico. Spogliati!”.
Mi tolsi in fretta i vestiti che avevo e tornai ai piedi del mio padrone. Il mio pisello era già duro e il fatto che Paul potesse vederlo non mi imbarazzava. Al contrario, ero fiero di essere nudo e vulnerabile di fronte a lui. Si avvicinò, i suoi piedi sfioravano le mie cosce. Il suo pacco era attaccato alla mia faccia.

“Cosa sai della vita da schiavo?”, mi chiese.
“Signore, su internet ho letto tutto quello che ho potuto sulla schiavitù. Non ho nessuna esperienza reale ma da anni sono consapevole della mia natura”.
“Allora sai che gli schiavi hanno precise regole da rispettare.”.
“Sì, Signore, come è giusto che sia.”, risposi.
“Stai bene a sentire”, cominciò, “Prima regola: farai esattamente quello che dico io, nessuna obiezione, nessuna esitazione, mai. Seconda regola: sarai sempre onesto e leale con me. E questo vuol dire che quando ti faccio una domanda, tu rispondi sinceramente e nel modo più completo possibile. Se pensi che sia il caso aggiungere qualche dettaglio, lo fai, senza aspettare che ti venga chiesto. Ovviamente, non dovrai avere segreti. Non c'è niente che tu non possa o non debba dirmi. Chiaro fin qui?”.
“Sì, Signore. Sarò sempre onesto con te. Sarò trasparente.”, risposi.
“Altra regola facile da capire: non devi MAI venire senza il mio permesso. Tieni le tue mani lontane dal tuo cazzo. Questo ti aiuterà a concentrarti su quello che conta veramente. Su di me! E non provare a chiedermi di farti venire. Decido io se e quando darti il permesso. Ti terrò informato”, aggiunse, con un ghigno.
“Ho capito, Padrone”, e me l'aspettavo! Avevo letto abbastanza per sapere che il padrone controlla tutto del suo schiavo, anche il suo pisello. E non avrei voluto niente di diverso!!
“Quand'è stata l'ultima volta che ti sei fatto una sega?”.
“Ieri, Signore.”.
“A chi stavi pensando?”, mi chiese.
“A te”, risposi sinceramente. E sfruttai la mia prima occasione di aggiungere dettagli anche se non mi erano stati richiesti: “Quando hai pisciato nel secchio che io tenevo per te, ieri, qualche goccia è finita sulla mia mano. L'ho leccata via. Ero talmente eccitato che non ho saputo trattenermi. Mi sono masturbato avendo in mente quella scena. Pensavo a te, Padrone.”.
Sorrise di fronte alla mia onestà, poi riprese con le regole.
“Mi dovrai trattare sempre con il dovuto rispetto. IO SONO IL TUO DIO! Ogni volta che entrerò a casa tua, qualsiasi cosa tu stia facendo, ti metterai in ginocchio e bacerai i miei piedi. Quando sei con me non potrai mai stare seduto. In privato sarai in ginocchio, a testa bassa e le mani dietro la schiena, a meno che non ti ordini diversamente. Quando mi incontri in pubblico invece, dovrai trovare il modo per inginocchiarti, velocemente. Puoi far finta di allacciarti una scarpa, fa quello che ti pare, l'importante è che le tue ginocchia tocchino per terra, anche per un secondo. Ti rivolgerai a me chiamandomi SIGNORE o PADRONE. Sarai il mio pisciatoio, non dovrai MAI sprecare niente di quello che esce dal mio cazzo. Qualcuno ti ha mai pisciato in bocca finora?”.
“No, Signore, nessuno”, risposi.
“Prendi un bicchiere!”, mi ordinò.
Scattai in cucina e tornai con un bicchiere, il più grande che riuscii a trovare.
“Tienilo di fronte alla tua faccia. Sotto al tuo naso.”.
Attaccai il bicchiere alle mie labbra. Paul tirò fuori il suo cazzo perfetto e cominciò a pisciarci dentro. Era ancora meglio del giorno prima. Stavolta il pisello del mio padrone era a pochi centimetri dal mio naso. Sentivo le gocce bagnarmi le labbra. L'odore era fantastico. Riempì il bicchiere quasi per intero. Pulì la sua cappella strusciandola sulla mia guancia e rimise il suo cazzo nei jeans.
“Adesso fai un sorso e non mandarlo giù. Tienilo in bocca.”. Mentre eseguivo il suo ordine lui mi guardava. Avere un uomo che ti guarda mentre bevi la sua urina è davvero umiliante.
“Devi cominciare ad abituarti al sapore! Tra un po' comincerò a pisciarti direttamente in bocca. Dovrai essere bravo a prenderla tutta, senza sprecare una goccia.”.
La sua urina aveva un sapore acre.
“Adesso manda giù”, mi ordinò.
“Ti è piaciuto?”.
“Signore, è stato un onore poter bere la tua urina. Ci vorrà ancora un po' prima di abituarmi ma voglio diventare il tuo pisciatoio, a tutti i costi.”.
“Bravo il mio servo”, disse con tono compiaciuto. “Bevi il resto entro domani sera. Tra un po' non ne potrai più fare a meno!”.
Andai in cucina a posare il bicchiere con il prezioso contenuto e tornai di fretta ai piedi del mio padrone.
“Ora dobbiamo cambiare il tuo stile di vita in modo che sia coerente con la tua nuova condizione. Sei un servo e per aiutarti a tenerlo sempre in mente avrai il permesso di vestirti soltanto quando andrai al lavoro o sarai in pubblico. Altrimenti sarai nudo, come il verme che sei! Non indosserai mai mutande. Le mutande le portano i maschi. Tu non ne hai più bisogno. Le puoi pure buttare!”.
“Sì, Signore, le butterò via già stasera”, dissi, fissando i piedi di Paul, quasi ipnotizzato.
“Quando vai al bagno, niente tavoletta. Gli schiavi non hanno il privilegio di usarla. E non userai mai un pisciatoio. Anche i pisciatoi sono soltanto per i maschi. Non puoi usare i pisciatoi perché tu SEI un pisciatoio.”. Diceva queste cose con tono fra l'autoritario e il divertito. Godeva, era evidente, nell'assaporare tutti i privilegi che la sua condizione gli offriva. Tanto da prendersi il gusto di intimorirmi ed umiliarmi in ogni modo possibile.
“Sai qual è la posizione per l'ispezione?”.
“Sì, Padrone”, risposi, “L'ho letto da qualche parte. In piedi, gambe divaricate, ginocchia leggermente piegate, schiena dritta, petto in fuori, mani incrociate dietro la nuca.”.
“Esatto.” disse, “In posizione!”.
Stare in piedi, in quel modo, mi lasciava completamente esposto e vulnerabile. Questo mi eccitava. E il mio piccolo pisello mostrava tutta la mia eccitazione! Il padrone mi girò intorno valutando il mio fisico. Ogni tanto toccava, soppesava, come se fossi un oggetto da comprare. Andavo in palestra regolarmente, mi tenevo in forma. Avevo un buon tono muscolare, ero più tonico della media dei miei coetanei.
“Sei molliccio.”, mi disse invece Paul, dandomi una pacca sul torace col dorso della mano. “Se hai intenzione di essere il mio servo devi lavorare un bel po'. Devi essere resistente, e presentabile quando ti spogli. Vai in palestra?”.
“Sì, Padrone”, risposi con rispetto. Ero in realtà profondamente deluso che Paul denigrasse così il mio fisico. Ma capivo anche che dal suo punto di vista gli standards fossero ben più alti della media.
“È evidente che la palestra in cui vai fa schifo”, disse in tono disgustato. “Ti segnerai in palestra dove vado io. Da domani. Prenota tre allenamenti a settimana con un personal trainer. Allenamenti di due ore. Chiedi di Clayton, ti farà schiattare ma ti rimetterà in forma.”.
“E basta mangiare schifezze”, continuò. “Evita anche di comprarle e butta quelle che hai comprato finora. Da ora in poi mangerai solo cibo nutriente. Nessuno dei miei servi si può permettere di essere grasso o pigro.”.
“Sì, Signore”, dissi. E sentendomi in colpa aggiunsi: “Mi rimetterò in forma per essere degno del mio Padrone.”.
“Ora, se vuoi essere un vero schiavo, devi averne pure l'aspetto!”, disse Paul. Temevo che prima o poi sarebbe arrivato il punto dolente. Per il mio lavoro dovevo mantenere una certa immagine, dovevo essere più che presentabile. Temevo che i cambiamenti che il mio padrone stava per ordinarmi, potessero compromettere la mia reputazione. Tremavo aspettando quello che Paul stava per dire.
“I tuoi capelli sono troppo lunghi. Dovrai tenerli sempre corti, a meno di un centimetro”. Ero sollevato. Un drastico taglio di capelli poteva sembrare strano ma comunque giustificabile in ufficio. “E depilati il pisello”, aggiunse, “Solo i maschi possono permettersi di avere il pelo.”. Pensai a quanto potesse essere umiliante farsi la doccia in palestra, ma mi dissi che avrei dovuto imparare a convivere con quella sensazione.
“Farò come dici”, risposi.
“Bene, rimettiti in ginocchio!”, mi ordinò.

EYES ON FEET - Pier Silvio Berlusconi


e
alla fine
è stato incastrato.

"Pier Silvio Berlusconi e Silvia Toffanin sono legati dal 2001 e da circa un anno vivono insieme. La gravidanza ha modificato i piani della coppia per le vacanze natalizie: trascorreranno infatti le feste di fine anno nella villa di Portofino in completo relax."
eh beh certo!
con un figlio in arrivo
bisogna stringere la cinghia.

giovedì 24 dicembre 2009

Natale con chi vuoi!!

ci siamo.
tra qualche ora inizierà la bolgia.
stanze troppo affollate.
voci troppo alte.
forze oscure camuffate da buoni sentimenti
che già l'anno scorso infierirono
sull'incolpevole monitor

lunghi saranno i tre giorni a venire,
solo parzialmente allietati
da carciofi fritti dorati,
pasta al forno in bianco,
e torrone AMOR pernigotti.

molto sarà il tempo trascorso inchiodato al tavolo
e se un augurio mi sento di fare
l'augurio è che ognuno
possa occupare a quel tavolo
la posizione che più preferisce!

ATTENZIONE
l'augurio è valido
solo per chi ha la possibilità
di scegliersi i "commensali".

per tutti gli altri
un (meno appagante)
Buon Natale

martedì 22 dicembre 2009

EYES ON FEET - Jonathan Rhys Meyers


il Natale,
che pure odio,
produce effetti strani
sulla mia povera psiche affaticata;
rende ancora più accentuata
la mia tendenza alla commozione stupida,
quella che fa leva su sentimenti di amore banale,
fratellanza utopica,
pace nel mondo.

finisco ora di vedere
AUGUST RUSH,
un Billie Elliot versione musicale,
e rido di me stesso mentre copiose gocce
salutano un finale previsto dopo i primi cinque minuti di film.
trionfo dell'amore,
ricongiungimento,
istinto materno e paterno
nonché amore filiale
tutti in scena al Central Park!

ora,
riacquistata la lucidità,
omaggio il motivo per cui ho iniziato a vedere il polpettone melenso e infido.

nel film non c'è statistica,
questa è una foto stipata per i tempi di magra,
ma Jonathan Rhys Meyers
fa sempre la sua figura.

lunedì 21 dicembre 2009

FEET IN TRANSLATION - Il mio nuovo vicino - prima parte

ogni lingua ha la sua vocazione!
e
sebbene mi riferisca alla lingua in quanto idioma
non sono certo che questa affermazione non valga pure per la lingua in quanto muscolo!
ma di idioma volevo parlare,
al muscolo ci si penserà più avanti.
come la vocazione del francese è la danza classica
e quella dell'italiano è la canzone melodica
una delle vocazioni dell'inglese (americano) è il racconto erotico di un certo tipo,
quello che vira un po' nel pornografico,
che parla di giochi di dominazione,
che sguazza nel fetish.
una vocazione di nicchia,
è vero,
ma non è che 'sti americani possono sempre avere il primato su tutto!

in giro per la rete si trovano molti racconti
sia in italiano che in inglese.
quelli scritti da connazionali,
anche con le migliori intenzioni,
finiscono sempre per provocare lo smosciamento anziché l'eccitazione,
un po' perché, sarà un caso,
ma sembra che nessuno degli autori abbia superato la quinta elementare,
un po' perché,
non c'è niente da fare,
rendere in italiano espressioni come
FEET-MASTER o FEET-SLAVE
(solo per fare un esempio)
è praticamente impossibile.
o almeno è impossibile farlo ottenendo lo stesso risultato,
immediato ed evocativo;
e chi si vuole sollazzare leggendo un racconto del genere
quello vuole,
immediatezza
e non giri di parole.


però mi son voluto togliere lo sfizio
e ho provato a tradurre una storia scritta da un americano,
per americani,
grondante di luoghi comuni americani.
ho cercato di restare fedele il più possibile all'originale,
pur con qualche licenza,
tanto da scrivere passaggi addirittura sgradevoli,
ma,
d'altra parte,
se lo si fa a scopo scientifico,
lo si faccia come si deve.

è una storia sicuramente di fantasia
che tocca solo di striscio l'argomento a me più caro.
è molto più incentrata su un rapporto di dominazione/sottomissione
che parte soft
ma che non ci rimane!

mi taccio!


per la rubrica

Il mio nuovo vicino

prima parte


Era primavera inoltrata. La casa vicino alla mia era in vendita da più di quattro mesi. Finalmente, un sabato pomeriggio di fine maggio, i nuovi proprietari cominciarono il trasloco. Bussai alla porta per dare loro il benvenuto e per offrire il mio aiuto, nel caso avessero bisogno di qualcosa.

Scambiammo i soliti, inutili convenevoli. Erano in tre. Paul, sua moglie Linda, e Joe, loro figlio. Scoprii più avanti che Paul ed io eravamo coetanei, trentasei anni, e che Joe aveva diciassette anni. Non ho mai saputo quanti anni avesse Linda. Mi è bastato pensare che avesse più o meno gli anni del marito. Offrii di nuovo il mio aiuto, altri inutili convenevoli di buon vicinato, e me ne tornai a casa.

Una settimana più tardi Paul era di fronte al suo garage, con la porta spalancata, circondato da scatoloni. Cercava di avere la meglio sul caos post-trasloco. Io tornavo dal centro commerciale. Decisi di affacciarmi per dargli un saluto. Già dalla prima volta che vidi Paul, sette giorni prima, ne fui fortemente attratto. Dall'alto dei suoi quasi due metri torreggiava sopra il mio metro e settantacinque. Anche completamente vestito, si intuiva che avesse un fisico massiccio, solido. La sua camicia non nascondeva un torace possente, mentre i bicipiti schizzavano fuori dalle maniche corte! Era affascinante proprio per il suo aspetto rude e un po' trasandato. La barba di qualche giorno era perfetta su di lui.

Mentre scambiavamo due chiacchiere, lo aiutai a sistemare un po' di cose. Aprivo scatoloni, lui mi diceva dove sistemare quello che c'era dentro e io...sistemavo! Paul si accomodò subito nel suo ruolo di direttore dei lavori. E le due ore di palestra che avevo mancato, le recuperai seguendo i suoi ordini. Peccato che di ore ce ne vollero più di quattro. Io ero esausto. Esausto ma contento. Avendo una segreta tendenza alla sottomissione, aiutare un uomo come Paul fu un piacere per me.

Paul iniziò a passare molto tempo nel suo garage, e quando la primavera diventò estate, passava lì dentro tutte le sue giornate. Linda faceva dei turni impossibili in ospedale ed io la incontravo raramente. Paul stava rimettendo a posto una vecchia Mustang acquistata da poco. Io, con la scusa di aiutarlo, avevo molte occasioni per stargli intorno. Anche solo stare nella stessa stanza con lui mi faceva sentire meglio e, a poco a poco, cominciai ad allontanarmi dai miei amici, dai miei impegni, pur di stare con lui.
Più il tempo diventava afoso, meno Paul si vestiva. Era sempre in canottiera, e le sue braccia definite sembravano fatte apposta per essere ammirate. Le ascelle avevano una peluria folta ma non esagerata, del tutto coerente col suo stile. Quando faceva veramente caldo poi indossava pantaloncini corti, senza neanche più la canottiera. Era fiero del suo corpo, e come dargli torto? Il suo torace era possente, con i pettorali più ben delineati che io avessi mai visto (escludendo il concorso di Mr. America!). Addominali con una tartaruga perfetta. Sembrava che non avesse traccia di grasso nel suo corpo. Solo muscoli! E, per finire, era peloso dove doveva esserlo. Era magnifico, e consapevole!

Più tempo passavo con Paul, più il suo atteggiamento nei miei confronti diventava autoritario. All'inizio si trattava solo della richiesta di portargli qualche attrezzo o di raccogliere qualcosa che gli era caduta di mano. Poi, via via che io mi mostravo più obbediente, lui si faceva più arrogante. Mi mandava in casa a prendergli dell'acqua, a preparargli qualcosa da mangiare oppure mi spediva al negozio di ricambi per la macchina per comprargli qualche pezzo. La forma era ancora quella della domanda e non dell'ordine ma per entrambi era già chiaro come non ci fosse alcuna possibilità di scelta per me. Dava per scontato che io obbedissi alle sue “richieste”.
Anche suo figlio Joe, che spesso era con noi, mi dava degli ordini. Avevo la sensazione che Paul gli stesse insegnando ad essere una persona dominante, che lo stesse tirando su a sua immagine! E Joe si dimostrava un ottimo allievo. Ogni volta che mi vedeva eseguire docilmente un ordine di suo padre, io vedevo sul suo visto un sorriso compiaciuto. Quando suo padre mi disse di prendergli un attrezzo dal ripiano più basso di un armadietto a cui Joe era pigramente appoggiato, non solo non si spostò, costringendomi a giragli intorno, ma una volta inginocchiato, mi strofinò la pianta del suo piede nudo sulla faccia. Sebbene questo fosse estremamente umiliante per me, ero disposto a sopportarlo, pur di passare del tempo insieme a Paul.

Una sera, poco prima di tornarmene a casa dopo aver passato l'intero pomeriggio ad assistere Paul alle prese con la sua Mustang, mi disse di andare in casa a prendere una birra per lui e una per Joe. Ovviamente non ne offrì una anche a me! Andai dentro, presi due birre e le portai in garage. Le aprii, ne passai una a Paul e una al compiaciuto Joe. Né l'uno né l'altro si disturbarono a ringraziarmi. Mentre bevevano le loro birre, Paul mi disse di dare una pulita al pavimento, cosa che io, manco a dirlo, cominciai subito a fare.
Quando tornai a casa, quella sera, mi fermai a riflettere su ciò che stavo diventando. Il mio atteggiamento, apertamente sottomesso, era palese sia a me stesso che a loro. Ero sempre stato attento a nascondere questo aspetto del mio carattere ma mi rendevo conto che di fronte a Paul non ne ero in grado. Ero incapace a resistere al potere di Paul su di me. Ma c'era di più. Iniziavo a capire che piegarmi a lui mi faceva sentire bene come mai ero stato prima.

Il giorno dopo ero sempre là, ancora a sua disposizione. Paul lavorava alla sua macchina, io lo guardavo e aspettavo i suoi ordini. Mi disse di tenere un tubo mentre lui lo fissava alla morsa. Mi dovetti piegare in modo goffo per riuscire a tener fermo quel tubo. Ero immobile e un po' tremolante. Lui afferrò un attrezzo proprio dietro di me e, nel farlo, strofinò la sua ascella sulla mia guancia. Avrebbe potuto evitarmi, se l'avesse voluto. Invece si limitò a sghignazzare per l'umiliazione a cui mi aveva sottoposto. Entrambi sapevamo pure che io avrei potuto muovere la testa per evitare il contatto con lui e che, invece, avevo scelto di non farlo!
Per tutto il giorno rimasi con l'odore del suo sudore sulla mia faccia. Era un continuo richiamo a quell'istante di degradazione. Il pensiero di avere avuto un contatto così fisico con Paul mi eccitava da morire!

Il sabato successivo eravamo ancora in garage, a lavorare sulla Mustang. Era già primo pomeriggio e Paul mi disse di passargli un secchio. Non ne trovai uno lì intorno, così andai a casa mia a prenderne uno. Feci per passarglielo ma lui “Tienilo!”, mi disse fermamente. Seguì il suo ordine, pur non capendone il senso. “Più basso!”, mi disse. Abbassai il secchio. Lui si slaccio la cerniera dei pantaloni e cominciò a pisciarci dentro. Io ero sbalordito! Non avevo ancora visto il suo cazzo. Ovviamente non era duro ed era comunque molto grosso. Ero ipnotizzato dal fiotto che usciva dal quel pisello così imponente. Respiravo l'odore di maschio che veniva su dal secchio che tenevo in mano. Quando ebbe finito, si sgrullò il pisello, facendo cadere un paio di gocce sulla mia mano, si rimise dentro il cazzo e tornò al lavoro, senza dire una parola. Portai diligentemente il secchio nel bagno, lo svuotai, leccai via le gocce del piscio di Paul dalla mia mano e tornai in garage, in attesa della mia successiva mortificazione.

La domenica Paul mi affrontò apertamente. “Non credi che sia il caso di finirla con questi giochetti?”.
“Che vuoi dire?”, chiesi in modo innocente, sapendo esattamente a cosa si riferisse.
“Credi che non veda come sbavi quando mi guardi? Il modo in cui scatti quando ti do un ordine? È ovvio che ti piace sottometterti ad un uomo dominante”. E continuò: “Lo sai, i tipi come me sono stati creati per dominare altri uomini. Guarda me! Io sono superiore alla maggior parte degli altri!”.
Sollevò il braccio e gonfiò il bicipite. Pensavo che il muscolo scoppiasse da un momento all'altro. “Tocca!”, mi ordinò. Circondai il suo braccio con entrambe le mani, la sua forza mi toglieva il fiato. “È fantastico”, fu l'unica cosa che riuscii a biascicare.
“I tipi come te, invece, sono stati creati per servire uomini come me. Credo che tu lo sappia. Questo è il motivo per cui sei così impaziente di ricevere ordini da me. Un vero uomo non avrebbe mai lasciato che strofinassi la mia ascella sulla sua faccia, come io ho fatto con te. Un vero uomo non reggerebbe mai un secchio per farci pisciare dentro un altro uomo”. Abbassai la testa. “Da subito, dal momento che ti ho visto, sapevo che eri un frocetto!”. Mi prese per il mento, facendomi alzare la testa. Mi guardava fisso negli occhi. “Ora ti faccio una domanda e tu dovrai rispondermi onestamente. Non sarebbe tutto più facile se tu, ora, ti inginocchiassi ai miei piedi? Muori dalla voglia di essere il MIO SERVO, no?”.
Iniziai ad avere paura. Avevo passato tutta la mia vita a nascondere la mia omosessualità e il mio bisogno di sottomissione. Ora quest'uomo prepotente dimostrava di conoscermi meglio di chiunque altro, forse anche meglio di me stesso! Ho sempre avuto la sensazione che qualcosa mancasse nella mia vita. Da sempre ero affascinato dalla sottomissione e dalla schiavitù “consensuale”, desideravo profondamente quel genere di vita ma mai avevo cercato di metterlo in pratica. Vivevo una vita discreta, velata, da maschio! Avevo un lavoro da analista in una banca solida e affermata, un lavoro molto ben pagato. Ero rispettato da amici e colleghi. Eppure eccomi qua, di fronte a quest'uomo, capace di leggere in un secondo tutto quello che avevo sempre tenuto nascosto. Paul sapeva quale era il mio vero scopo nella vita. Ed aveva ragione. Avevo sbagliato tutto fino ad allora, imbrogliato me stesso. Il mio scopo nella vita era quello di servire maschi dominanti.
Decisi di fare la cosa giusta. Con un filo di voce, gli risposi: “Sì”!
“Sì, che?”.
“Sì, Padrone!”.
“E allora perché non lo fai?”, disse con tono pacato.
Mi misi in ginocchio. Guardai il suo viso ed immediatamente provai un senso di calma. Sapevo che era quello il mio posto e mi sentivo appagato.
“Che vuoi fare adesso, servo?”.
Pensai un attimo alla risposta, poi dissi: “Voglio baciare i tuoi piedi, Padrone.”.
“Ottima risposta. Abbassa quella faccia e mostra al tuo padrone un po' di rispetto!”.
Avvicinai la faccia al pavimento e, con devozione, baciai i suoi piedi. Sembrava un gesto così naturale, la cosa più naturale del mondo.
“Andiamo dentro a parlare”, mi disse. “Ancora meglio, andiamo da te!”.

Mi rialzai e seguii il mio Padrone dentro casa mia, dentro la mia nuova vita.

mercoledì 16 dicembre 2009

CINEMATOGRAFO - A casa con i suoi

per la rubrica

una veloce segnalazione per
A CASA CON I SUOI
deliziosa commediucola americana
in cui quell'impenitente scapolo di Matthew McConaughey
rifugge dal legame amoroso
e non rifugge invece dalla casa dei genitori
che, disperati (!), assoldano Carrie Bradshow per fargli venir voglia di spiccare il volo!
in realtà
la trama è solo un pretesto.
il vero intento del film è un altro!
A CASA CON I SUOI
è un documentario scientifico/romanzato
sui piedi del surfista tamarro già cliente fisso Matthew McConaughey

il feet-lover
sentitamente
ringrazia.

mercoledì 9 dicembre 2009

Hello, Dexter Morgan!!



VINTAGE - Grant Show

miracoli del digitale terrestre!
tanti nuovi canali
e spasmodica necessità di riempirli.

la rai viola di freccero
propone qualche scelta interessante,
fra film d'essai e prodotti ad hoc,
e per il resto
tappa i buchi con telefilm d'annata che manda in onda in loop.
tra i tanti c'è MELROSE PLACE
nato come continuazione adulta di BEVERLY HILLS 90210.

in Melrose Place c'è uno dei miei sogni erotici!
guardavo ogni episodio sperando che Jake,
uomo rude dal capello dannatamente liscio,
si togliesse la camicia da boscaiolo e si tuffasse nella piscina condominiale,
il che, in effetti, succedeva abbastanza spesso!

già durante la sigla il mio impreparato cuore adolescente
sussultava
vedendolo aprire il frigorifero!!


 ebbene
per il nuovo numero della rubrica

terzo in pochi giorni
tributo il bentornato sugli schermi televisivi
a quel gran figo di
Grant Show

fortunatamente riconsegnato al pubblico acclamante
in versione originale
e non invece in quella attuale
perché il Grant, ahimé, non mi invecchia bene!

nei suoi anni ruggenti,
quelli in cui qualcuno ancora gli scattava delle fotografie,
ha lasciato testimonianze di tutto rispetto
non tradendo le aspettative del feet-lover
che cercava in lui
un piede mascolino
coerente con i canoni dell'americano standard ipervitaminizzato

l'arco molto pronunciato
e il tallone da killer (!)
sono i suoi punti di forza
e Grant dimostra di sapere il fatto suo,
non è uno sprovveduto,
si lascia immortalare
per ben due volte
nell'unica posa capace di esaltare l'uno e l'altro!



bravo Grant
per natale vorrei riceverti così
accosciato
e barefeet
in confezione anonima.

sabato 5 dicembre 2009

MAGNIFYING GLASS - Daniele Interrante

da qualche anno
io nutro una insana passione!

passerà
mi andavo ripetendo
passerà, passerà
anche se farai soltanto la la la
(per dirla insieme a quel poeta di aleandro baldi)

invece la passione è cresciuta
insieme alla crescente esposizione mediatica dell'unico uomo che siede
alla destra di Costantino Vitagliano,
principio di tutti i tronisti.
quell'uomo
che entra di diritto nella rubrica

altri non può essere
se non
Daniele Tantaroba Interrante.

lo ricordo giovane e stravaccato sul trono dorato
di Santa Signora Maria.
acerbo ma già con piglio ottusamente dominante
esercitava un certo ascendente sulle mie fantasie erotiche.
l'isola dei famosi me lo servì in mutande e scalzo per qualche mese.
in gran forma all'inizio
troppo teschio sul finire
ma il mio giudizio già peccava di obiettività.
ora lo ritrovo laureato in ospitologia,
presente in ogni salotto televisivo in cui ci sia bisogno di un parere inutile.
mi perdo nei suoi discorsi fatti di buon senso comune e pregiudizio
e lo vedo fisicamente migliorato, cresciuto, figo!
così,
mentre lui inanella congiuntivi azzeccati per miracolo,
io volgo il mio pensiero alla sua attuale compagna,
provando un leggero fastidio.
sì perché la compagna,
miliardaria e già concorrente del grande fratello
credo sia una delle poche femmine illuminate a subire il fascino del piede maschile.
ne ha dato prova inequivocabile dentro la casa
trovando sempre un modo per stare attaccata ai piedi di
Raniero Monaco di Lapio
(ora in quota Moccia e con dei piedi di tutto rispetto).
cosa mai la potrà trattenere ora
trovandosi per casa materiale di altro livello?

lui
manco a dirlo
è innegabilmente feet-friendly
è propina infradito in allegria.




da quando ha conosciuto la freschissima guendalina, poi,
passa di barca in barca
tubando a fini scandalistico/gossippari
e regalando agli appassionati
articoli e articoli di statistiche.
croce e delizia
CROCE E DELIZIA.
sarà venuto il tempo di scendere nel merito?

dita regolari e unghie squadrate.
fra le dita c'è luce!
e questo non vuol dire che sono in crisi mistica
ma che le dita non si affastellano come
salsicce tedesche incelofanate.
mi accorgo,
approfondendo la mia passione
(approfondimento molto teorico e molto poco pratico)
che "la luce" ha un'importanza fondamentale
per un soddisfacente apprezzamento!
il polpaccio è formato,
come si richiede,
e impreziosito da tatuaggio mezzo tribale.
il tallone schizza fuori da un tendine tiratissimo
e dalla caviglia sottile ma presente.
la vena in rilievo che passa sul malleolo
gli vale il
BACIO ACCADEMICO!

stare sempre in barca aiuta l'abbronzatura
e una buona abbronzatura esalta sempre la sostanza!
ma il dorso del piede mosso dalle vene in rilievo
è tutta farina del sacco del consapevole Interrante.
talmente consapevole
che, con noncuranza,
lascia risaltare la carnagione più chiara della pianta del piede

carnagione che,
apprendo solo ora,
ha bisogno di una g soltanto!
chi l'avrebbe mai detto?
questo Interrante ha troppa influenza su di me!

giovedì 3 dicembre 2009

VINTAGE - Visitors

un nuovo numero per la rubrica

a poca distanza dall'infradito egizio
per immortalare una delle scene più eccitanti mai viste (da me) in un serial
(quando i serials si chiamavano ancora telefilm)

è di questi giorni il ritorno sui prolifici schermi americani
degli invasori/visitatori fuori-uomo/dentro-rettile,
con molti più effetti speciali
molti più dettagli glamour
ma senza la meravigliosa voce metallica che li distingueva dai terrestri negli anni ottanta!

sfruculiare una serie CULT è sempre un rischio
eppure mi pare che gli sceneggiatori abbiano trovato la giusta misura
per allontanarsi dall'originale quel tanto che basta
ad evitare il confronto diretto.
tant'è che i nuovi visitors vanno bene
e probabilmente faranno proseliti fra chi, negli anni ottanta, era troppo piccolo per starli a guardare!

chi invece
a quei tempi
si trovava fra la pubertà e l'adolescenza
farà fatica a scrollarsi di dosso il fascino anche solo di questa sigla:

se poi
il quasi adolescente dell'epoca
era pure un feet-lover in divenire,
più delle cavie ingoiate vive,
più della pelle umana in silicone,
più dei fianconi di Diana,
più di ogni altra scena
ne porterà UNA stampata a fuoco nella memoria:

altro che serie vintage,
qua si era già avanti anni luce.
si vedrà cosa riusciranno a fare i nuovi visitors
per poter almeno sfiorare certe vette.
di materiale ce n'è!
speriamo che venga sfruttato nel modo giusto.

lunedì 30 novembre 2009

venerdì 27 novembre 2009

EYES ON FEET - Paul Wesley


mantengo la promessa fatta
e do un volto ad uno dei tre HIGHLIGHTS di qualche giorno fa.

lo squarcio di schiena presa di tre quarti
che lascia intravedere deltoidi, dorsali, pettorali e obliqui sapientemente modellati...
...appartiene a tale Paul Wesley,
di biografia trascurabile
e di mascella forte.
il giovane americano
ingrossa le fila degli attori di serials
vestendo i panni del vampiro, quello buono,
in VAMPIRE DIARIES
estensione in formato televisivo
del più noto e cinematografico TWILIGHT (e discendenti).

le immagini di un brusco risveglio
regalano una statistica rapida ma felice
quello che spicca è l'unghia squadrata
e la nocca leggermente pronunciata alla base dell'alluce.
così, appena accennata, fa sexy.
un po' più grossa, fa cipolla.

il dettaglio più interessante però,
in questi scatti e nell'intera serie,
non ha nulla a che fare con il vampiro buono!
che senso ha infatti essere un vampiro buono
se non si ha un vampiro cattivo contro cui far risaltare la propria bontà?
e non sarebbe ancora meglio se il vampiro buono e il vampiro cattivo fossero,
che so,
fratelli?
e se il vampiro buono è quello che viene svegliato bruscamente
non sarà che a svegliarlo sia proprio il vampiro cattivo?
ebbene sì,
il vampiro cattivo, che si vede in fondo, controluce,
è il dettaglio più interessante in questi scatti e
SOPRATTUTTO
nell'intera serie!
è il motivo che mi ha spinto a seguire il serial.
è una vecchia conoscenza.
è il già statisticato...
...Ian Somerhalder,
che sente un po' gli anni
ma sta sempre bene!