giovedì 29 maggio 2014

EYES ON FEET - Evan Peters

appetizer


perché ho aspettato così tanto?
mi sono chiesto
dopo i primi cinque minuti di AMERICAN HORROR STORY, terza stagione.

già perché
questo gioiello, esempio della inarrivabile superiorità americana,
ti assorbe così tanto da farti sentire il bisogno di una pausa
per metabolizzare.

col senno di poi
la prima stagione è stata la più debole.

storia di fantasmi
scritta benissimo
ricca di personaggi strepitosi
a cominciare da JESSICA LANGE
che conquista al primo ingresso in scena.
la trama si sgretola un po' fino a sfuggire sul finale
tanto che l'unica cosa che ti chiedi
è come riusciranno a mettere in piedi una seconda stagione
se tutto quanto è stato svelato
(e tutti i personaggi sono passati nel mondo dei più).

mosso dalla curiosità
ti imbarchi nel sequel
e scopri che non c'entra niente con quello che hai visto finora!
gli attori sono gli stessi
però interpretano altri personaggi
ambientati in un'altra storia
senza alcun collegamento con quella precedente.
 niente fantasmi stavolta
ma una casa di cura per malati di mente
in cui si cura poco
e si sperimenta molto
sulla pelle degli internati.
un colpo di genio
che soddisfa la voglia di ritrovare i volti a cui ti sei legato
unendo però il senso di novità per qualcosa che non ti aspettavi.
il disorientamento e una leggera vena di delusione
spariscono in fretta
e ti imbarchi senza rimpianti in una trama che già da subito risulta più complessa, più intrigante, più ricca della precedente!
e così è.
nessuna debolezza
neanche sul finale.
solo un appagamento pieno
come quando mangi qualcosa di così buono
da desiderare che il sapore ti rimanga in bocca il più a lungo possibile.
per questo ho aspettato così tanto prima di iniziare a vedere la terza stagione.
ho lasciato che l'appagamento si sciogliesse piano piano
e lasciasse spazio a nuovo appetito!

è bastata l'inquadratura sul nuovo acquisto del cast
l'immensa KATHY BATES
per ricadere immediatamente in stato di dipendenza da AHS.

stavolta si parla di streghe
tema non esaltante
ma gli ingredienti sono sempre di prima qualità
e non ho dubbi sulla buona riuscita del piatto!

per salutare tanta sontuosità
è d'obbligo un piccolo tributo al più interessante protagonista maschile.
EVAN PETERS...
...lo si comincia ad apprezzare dopo un po'.

prima trapassato
poi segregato
ora frankenstein!
all'inizio si vede solo il capello biondo e boccolato,
la faccia un po' troppo giovane.
poi se ne cominciano a scoprire i pregi.
una bellezza offuscata da qualche dettaglio che non torna,
l'irrequietezza così credibile con cui ravviva i suoi personaggi
e una scelta autoriale che
soprattutto nel bagno psichiatrico
lo vuole prevalentemente a piedi nudi
conquistano il cuore del feet-lover,
mai completamente a riposo anche durante attività non a lui dedicate!

solo due scatti a disposizione
per decantare il talento del cherubino commediante.
uno con sorcio
in cui si colgono forme tutt'altro che eteree.
dal polpaccio alle dita è un trionfo della materia.
la larghezza vince su tutto,
con buona pace dell'eleganza.
caviglia
tallone
dorso
tutto è corposo e spiccato.
solo le dita mostrano un tocco di delicatezza quasi fanciullesca
pure se non rinunciano ad accavallarsi, come mosse da inquietudine.

il suggestivo amalgama fra virile e acerbo
si coglie ancora meglio nel secondo scatto
orrendamente mutilato
eppure così emblematico
(ah, c'è un sorcio pure qua!!!)
una pianta che, poggiata di sbieco, si mostra ancor più abbondante
regge senza fatica dita robuste e gentili
in un perfetto equilibrio di contrasti.

nessun volto migliore per interpretare un ragazzo angelico col buio dentro.
è una fortuna che di EVAN PETERS
non si sfrutti solo quello!

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