venerdì 23 agosto 2013

EYES ON FEET - Se REPUBBLICA mi ruba il lavoro - Usain Bolt

appetizer


ammetto che la cucina tipicamente estiva del RESORT
ha appesantito un po' la mia vena creativa.
gestire gli ossibuchi
i sartù di riso
le code alla vaccinara
e la tradizionale cena di ferragosto, tripudio di crocchette, arancini e supplì,
ha assorbito risorse che altrimenti avrei indirizzato anche in queste pagine.

mi sono cullato nell'illusione di aver accumulato provviste sufficienti al benessere del feet-lover
pur in assenza di contributi freschi di cesello.

poi però mi imbatto in un articoletto sul sito di REPUBBLICA.

il titolo strilla:
"BOLT, I PIEDI PIÙ VELOCI E PIÙ CONSUMATI DEL MONDO"
e segue foto a sostegno della scottante dichiarazione:
ora
salvo avanzare qualche timida titubanza sulla opportunità di diffondere una simile notizia
quello che più mi ha toccato nel vivo
è stata la perizia professionale, appassionata
che completava l'articolo:

"A piedi nudi nel parco (dello stadio Luzhniki). Forse i piedi di un viticoltore che ha appena pestato l'uva? No. Sono i piedi più veloci del mondo che hanno appena vinto la loro terza medaglia d'oro a Mosca: i piedi di Usain Bolt. Come tutti i piedi degli atleti denunciano stress, sono deformati (avete mai visto i piedi nudi di Nadal?), sono piedi logori, la pelle è secca, le dita ritorte. L'alluce sinistro di Bolt è così valgo che pare quasi volersi scansare dai futuri e più massacranti sforzi: ''Piedi di chi ha corso tanto sulla polvere, per strada, di chi da giovane si è allenato sull'asfalto, non certo su piste moderne'', scrivono in rete per difendere la sacra immagine"

una valutazione breve ma circostanziata
attenta al dettaglio
con la presunzione di dare voce a deformazioni anatomiche altrimenti mute
addirittura con rimandi ad altri atleti
(peraltro fuori luogo visto che i piedi di NADAL avranno pure qualche ombra
ma sono ben lontani da valere come esempio di alterazione da sport,
come qui dimostrato ampiamente)

un'invasione così sfrontata di un orticello che da tempo devotamente coltivo
ha scosso il mio animo fin nel profondo
facendomi digerire anche l'ultimo boccone di polenta taragna ripassata in padella.

sappia il corrispondente improvvisato (ma ispirato)
che le ragioni di un simile scempio atletico
non sono da addebitare soltanto all'usura sportiva.
l'onta del piede nero
affligge l'etnia colorata a prescindere dagli impegni agonistici.
BOLT
non si sottrae a tale onta.

piede a caciotta
arco debole o assente
pianta ellittica
dita sovrapposte
unghia coriacea
sono tutti elementi che tormentano i neri, indipendentemente dalla professione che svolgono.

certo
BOLT
c'ha messo il carico da undici,
rovinando una condizione già grave di per sé!
tuttavia
mi sento di riequilibrare lo sfacelo
poggiando sul piatto della bilancia
un reticolo di vene equine
una caviglia intagliata nell'ebano


delle gambe scolpite nell'alabastro

e una statura fuori dal comune!
basta osservarlo vicino ad una persona normale:
oppure mentre gioca davanti al televisore:
niente di strano?
neanche sapendo che lo schermo è un 72 pollici?

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