venerdì 31 luglio 2009
(dal resort) NUOVI PADRI
mercoledì 29 luglio 2009
(dal resort) FEET FRIENDS VIEWS
sabato 25 luglio 2009
(dal resort) CINEMATOGRAFO - Latter days
pensavo che la permanenza nel resort
mi permettesse di dedicarmi al blog con maggiore lena.
invece il coefficiente di condivisione del gestore è più alto del previsto.
ed io sono costretto a ritagliarmi scampoli di tempo
tra l'impanatura di un supplì e una lezione di yoga.
fortunatamente
una delle attività previste in programma
è la visione di lungometraggi,
così, qualche sera fa,
per la rubrica

ho infine potuto colmare una imperdonabile lacuna
e gustato
(opera segnalata ormai qualche mese fa dal feet-lover PAOLO!)
già dalla locandina si intuisce come il film punti su valori di ricerca e introspezione.
un giovane mormone,
timido e sfigatello
cova da sempre in petto la sua omosessualità.
nessuno potrà mai scoprire il mio segreto,
pensa il mormone,
tanto che
arrivato in california insieme a tre colleghi (guardacaso omofobi)
fa trillare il gaydar del cooprotagonista nel giro di un nanosecondo,
neanche portasse sulla schiena una freccia fluorescente!!
così il gay navigato,
palestrato e vuoto di cervello, come è prescritto dalla regola di santa finocchia
inizia la faticosa scalata alla roccia mormonica,
con buona pace dell'imprevedibilità.
e invece no
la trama non è così scontata
e sebbene il mio vate
Gianluigi Rondi
disturbato per l'occasione
fa sapere che il dialogo manca un po' di struttura,
l'opera si lascia guardare,
fino ad un finale con tanto di lacrima a suggello
(ma solo mia, e non del gestore del resort, che ha il core coi pili).
eppure il film ha una nota stonata.
rimane infatti difficile da credere
che un mormone di provincia
sfigatello
timido
e tribolato dal segreto
sia interpretato
da Steve Sandvoss
(vero motivo di segnalazione del feet-lover PAOLO!!)
e poco cambia se per tutto il tempo
lo sprovveduto mormone indossi maglie bianche come da locandina
mentre il figo smalizziato è tutto un trionfo di shorts e canotte,
perché arrivati al dunque,
senza accessori,
diventa impossibile distinguere chi è lo sfigato, e chi il figo.


onore e merito
allo sconosciuto Steve Sandvoss,
anche se nel film il più statisticabile
(e con soddisfazione)
rimane l'altro.
come da galleria che segue
il giovane mormone passa l'esame in tranquillità
anche se uno degli scatti sembra tradire
un piede un po' piatto!






io intanto faccio un giro fra i mormoni.
hai visto mai!
mi permettesse di dedicarmi al blog con maggiore lena.
invece il coefficiente di condivisione del gestore è più alto del previsto.
ed io sono costretto a ritagliarmi scampoli di tempo
tra l'impanatura di un supplì e una lezione di yoga.
fortunatamente
una delle attività previste in programma
è la visione di lungometraggi,
così, qualche sera fa,
per la rubrica

ho infine potuto colmare una imperdonabile lacuna
e gustato

già dalla locandina si intuisce come il film punti su valori di ricerca e introspezione.
un giovane mormone,
timido e sfigatello
cova da sempre in petto la sua omosessualità.
nessuno potrà mai scoprire il mio segreto,
pensa il mormone,
tanto che
arrivato in california insieme a tre colleghi (guardacaso omofobi)
fa trillare il gaydar del cooprotagonista nel giro di un nanosecondo,
neanche portasse sulla schiena una freccia fluorescente!!
così il gay navigato,
palestrato e vuoto di cervello, come è prescritto dalla regola di santa finocchia
inizia la faticosa scalata alla roccia mormonica,
con buona pace dell'imprevedibilità.
e invece no
la trama non è così scontata
e sebbene il mio vate
Gianluigi Rondi
disturbato per l'occasione
fa sapere che il dialogo manca un po' di struttura,
l'opera si lascia guardare,
fino ad un finale con tanto di lacrima a suggello
(ma solo mia, e non del gestore del resort, che ha il core coi pili).
eppure il film ha una nota stonata.
rimane infatti difficile da credere
che un mormone di provincia
sfigatello
timido
e tribolato dal segreto
sia interpretato

(vero motivo di segnalazione del feet-lover PAOLO!!)
e poco cambia se per tutto il tempo
lo sprovveduto mormone indossi maglie bianche come da locandina
mentre il figo smalizziato è tutto un trionfo di shorts e canotte,
perché arrivati al dunque,
senza accessori,
diventa impossibile distinguere chi è lo sfigato, e chi il figo.


onore e merito
allo sconosciuto Steve Sandvoss,
anche se nel film il più statisticabile
(e con soddisfazione)
rimane l'altro.
come da galleria che segue
il giovane mormone passa l'esame in tranquillità
anche se uno degli scatti sembra tradire
un piede un po' piatto!







hai visto mai!
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cinematografo,
latter days,
steve sandvoss
venerdì 17 luglio 2009
EYES ON FEET - mondiali di nuoto

suonerà vecchio iniziare con
"io mi ricordo"
ma
io mi ricordo
che durante l'adolescenza
seguire le gare di tuffi era un'esperienza emotivamente impegnativa.
per diversi anni si è ripetuto un rito
felice e incomprensibile.
totale del tuffatore
che si asciuga con l'asciugamanino e poi raggiunge il bordo del trampolino o della piattaforma
primo piano del tuffatore
con banner pieno di inutili dettagli
totale del tuffatore
durante il raccoglimento
close-up dei piedi
soprattutto nei tuffi all'indietro,
spalle all'acqua,
in cui solo le dita toccano il bordo
e tutto il resto del piede è sospeso nel vuoto,
con gran beneficio per l'estetica dell'arco e del tallone.
totale dell'esecuzione
(di scarso o nullo interesse)
il rito si ripeteva per quasi tutti gli atleti
per le cinque serie di tuffi,
e quel QUASI rinnovava ogni volta l'attesa.
il rito si è ripetuto per anni
addirittura stimolando, nella mente del feet-lover,
personali graduatorie e liste di preferiti.
il rito
da qualche anno
non si ripete più.
eppure certe visioni sono difficili da dimenticare.
e la speranza del feet-lover riacquista vigore
ad ogni appuntamento,
dalle gare parrocchiali alle olimpiadi,
purché ci sia una telecamera che lo trasmetta.
oggi sono iniziati i mondiali di nuoto.
sono iniziati con le eliminatorie maschili dei tuffi dal trampolino.
gli auspici non sono buoni.
la regia non è attenta.
il rito non si rinnova.
i mondiali di nuoto saranno una delusione.
d'altra parte
cosa ci si poteva aspettare
da un evento che batte ITALIA '90
in quanto a bruttezza del logo?

giovedì 16 luglio 2009
EYES ON FEET - Valerio Chiappetta in Pino

la fortuna l'aveva baciato.
l'occhio scaltro di Maria la Teleonnipossente si era posato,
benevolo,
su di lui,
poteva diventare il nuovo Kledi.
invece
Valerio Pino
(al secolo, Valerio Chiappetta, non capisco perché abbia cambiato nome!)
già osannato dalle tredicenni precoci del pubblico di AMICI
morse, ingrato, l'ala che lo proteggeva
e volle spiccare il volo da solo
sentendo troppo stretta la gabbia tutta d'oro in cui aveva la fortuna di sgambettare.
"Valerio vuole fare esperienze diverse"
disse un'enfatica Maria nel giustificarne l'assenza
ma
da quel momento
tutte le diverse esperienze che il maschio ballerino ha vissuto
non sono state riprese dalle telecamere!
almeno, non da quelle italiane,
perché anche lui,
novella Carrà,
ha poggiato il suo piede in Spagna,
partecipando,
novella Carmen Russo,
all'edizione iberica dell'isola dei famosi.
ora
Valerio Chiappetta in Pino
(e mai si dica il contrario)
viene a riprendersi ciò che è suo.
aiutato da un fotografo attento al dettaglio
il ballerino si propone come artista completo
e
soprattutto
virile.
questa esperienza da survivor gli deve aver fatto bene.
sedici scatti, SEDICI
che confermano un piede molto interessante anche se un po' liscio.
















lodi
lodi
a Massimo Stancanelli
che dimostra di avere una spiccata sensibilità in temi cari al feet-lover.
tante lodi
e un appunto:
Stancanelli,
'sto nome, ogni tanto, mettiamolo in alto!
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eyes on feet,
feet-friendly,
valerio chiappetta in pino
EYES ON FEET - gusti americani
mercoledì 15 luglio 2009
mercoledì 8 luglio 2009
(giubileo) EYES ON FEET - foot master

chiudo il giubileo
dedicando lo spazio che merita
al cash foot master più figo in circolazione.
qualche tempo fa
seguendo cinque facili regole
ognuno ha avuto la sua chance
per cambiare vita,
lavoro,
futuro
diventando un cash foot master di professione.
ma già allora c'era chi precorreva i tempi.
molti cash foot masters si sono mostrati.
uno soltanto si è tenuto da parte.

la luce è giusta,
il dettaglio è curato.
la scarpa non banale
e il calzino, beh, è il tocco da maestro.
sa bene il primo foot master
che la cosa più importante è incutere nel fruitore il giusto timore.
stare comodamente seduti, mostrando le piante dei piedi
mentre si guarda fisso l'obiettivo è di certo il modo giusto per cominciare.


dopo di che,
solo con la naturalezza di chi è davvero avanti,
il numero uno fa sfoggio della posizione del foot master,
con il dito medio ben in evidenza.

non può mancare
la sapiente indicazione del desiderato bene.
per il fruitore è importante sapere
a cosa rivolgere le sue attenzioni




ultimo atto
la merce di scambio.
il foot master, si sa, non ha bisogno di soldi.
soprattutto non ha bisogno dei soldi dei fruitori.
e anche il cash foot master perfetto
è totalmente disinteressato al denaro.


solo per scattare delle foto,
per ridicolizzare chi sente il bisogno di pagare.
da professionista qual è
si esibisce nella posa più complessa,
infilando con innata sapienza
una banconota fra un dito e l'altro,
senza sbagliare mai.
a dimostrare la noncuranza per le cose terrene,
il master di tutti i foot masters
ama utilizzare l'intiero raccolto
per accendere il barbeque che tiene ogni week end
con i suoi amici ALPHA.
cosa dire di più di fronte a tanto spessore?
molte nuove leve cercano di insidiare il suo primato.
annaspano cercando di raggiungere la vetta da cui lui,
beato,
attende di essere sfidato.
attende...

ancora una volta
che non ce n'è per nessuno!
(sto giubileo m'ha dato alla testa, si chiude!)
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